Il futuro delle moto orientali in Italia: svolta o rischio? 01 lug 25

Di moto cinesi e indiane e in generale di brand emergenti ne abbiamo parlato con Marco Gentili, redattore di Dueruote durante una delle ultime puntate del podcast “Vita da Concessionario Moto”.
Negli ultimi anni il panorama motociclistico italiano ha visto un'espansione significativa dei marchi cinesi e indiani. Da Benelli a Royal Enfield, da CFMoto a TVS – di cui abbiamo raccontato la storia in un altro post, questi brand hanno iniziato a conquistare uno spazio sempre più rilevante nel mercato, soprattutto grazie a prezzi competitivi, linee moderne e una qualità crescente.
Ma cosa significa davvero per concessionari e clienti questa nuova ondata orientale? È una svolta, o porta con sé dei rischi?
I brand orientali hanno intercettato bisogni e desideri del mercato.
Rivolgendosi a un pubblico non sempre motociclista, hanno creato un segmento.
Moto orientali: da outsider a protagoniste
Marchi come Benelli, Voge, CFMoto e Royal Enfield hanno saputo intercettare il cambiamento del pubblico. Lontani dai riflettori delle maxi moto da 20.000 euro, questi brand si sono concentrati su modelli di media cilindrata, design curato e prestazioni sufficienti per soddisfare la maggior parte degli utenti reali. Con l'arrivo delle TRK, X-Cape, Meteor, il mercato ha risposto con entusiasmo. Modelli che forse non eccellono in nulla ma che fanno tutto bene - ma a un terzo del prezzo.
Il ruolo chiave dei concessionari
Il successo di questi marchi non dipende solo dal prodotto, ma da chi lo vende. I concessionari sono il volto umano del brand, e spesso riescono a colmare le lacune di comunicazione, post-vendita o distribuzione. In molte zone d'Italia – dalla Sicilia all’Abruzzo – i dealer hanno fatto la differenza, vendendo moto emergenti con passione e conoscenza.
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Il gap del post-vendita e la sfida della fiducia
Non tutti i brand emergenti sono pronti allo stesso modo. Se da un lato alcune case sono strutturate con distributori forti, centri stile e assistenza dedicata, altre faticano ancora su logistica e post-vendita. Il cliente è più consapevole, ma ancora incerto: un marchio cinese può far risparmiare, ma che garanzie offre tra 5 anni? Questo nodo resta da sciogliere in molti casi.
India vs Cina: due modelli a confronto
Mentre i cinesi sono rapidi, aggressivi e puntano molto sull’estetica, gli indiani arrivano con una cultura tecnica più vicina a quella europea. Royal Enfield ha dimostrato che un brand indiano può essere percepito come premium. TVS e Hero stanno costruendo una presenza più strutturata, anche grazie a filiali dirette e piani a lungo termine.
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Il marketing che manca (e quello che può fare la differenza)
Molti brand asiatici sono ancora deboli nella comunicazione. Non basta il prezzo: servono storie, contenuti, community. E spesso il marketing è lasciato ai concessionari. Per questo oggi serve un approccio moderno, social e data-driven.
Conclusioni: più moto, più scelta, più responsabilità
L’arrivo di nuovi player, sia cinesi che indiani, è un'opportunità. Ma solo se accompagnata da un'evoluzione professionale della rete vendita, del marketing e della comunicazione. I clienti sono pronti a cambiare, ma chiedono fiducia, servizi, identità.
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